Fame: la riconosciamo sempre correttamente ?

Durante le conversazioni con i miei pazienti mi capita di chiedere: “Valutando dal punto di vista quantitativo il piano nutrizionale che le ho elaborato, lo sente congeniale a Lei o qualche giorno c’è un momento in cui ha fame o, al contrario, si sente troppo appesantita e non riesce a mangiare e bere tutto ?”.

Si verificano fondamentalmente alcuni casi.

La risposta è: “Procede tutto perfettamente bene perchè ciò che mangio è sempre sufficiente per me”.

Una risposta alternativa è: ” Tutto apposto durante il giorno, ma spesso mi capita di sentire fame o nel tardo pomeriggio o di sera”.

In questo caso, sento il dovere di indagare di più, e allora chiedo: “Ha fatto tutti i pasti in modo completo, come da me indicato ?”.

Talvolta, a questo punto scopro che in quella giornata in cui il paziente ha avvertito fame aveva praticamente saltato o la colazione o il pranzo.

Questo mi capita più spesso con le persone che arrivano da me in condizione di obesità; queste persone tendono a spostare la maggior parte del cibo che assumono verso le ore del pomeriggio e della sera.

Obbiettivamente, quindi, questa malsana abitudine porta questi pazienti in una condizione di carenza di sostanze nutritive e di energia nel corso della giornata, per cui in questo caso si tratta di fame vera e propria.

Altre volte mi ritrovo a chiedere: “Ha dormito sufficientemente la notte prima di quella giornata in cui ha avuto fame ?”.

Spesso la risposta è negativa, e in questo caso è molto probabile che la “fame” di cui il paziente parla non sia una fame reale dovuta a carenza di calorie, quanto piuttosto una sensazione di stanchezza dovuta alle scarse ore di sonno.

Un altro modo di capire se il paziente interpreta correttamente la sua sensazione di fame è quello di cercare di percepirne lo stato d’animo nel periodo in cui sta affrontando la dietoterapia con me.

Talvolta la persona mi riferisce di sentirsi colpita da problemi, preoccupazioni, ansie di varia natura.

In questo caso, cerco che il paziente si renda conto che si tratta della cosiddetta “fame nervosa“, ovvero la tendenza a sfogare nel cibo tutto il proprio nervosismo, illudendosi di trovare così un pò di pace.

Pubblicato in Notizie e consigli giovedì 1 Marzo 2018