Studi e notizie sugli effetti devastanti degli alimenti ultra-processati sulla nostra salute sono, ormai, all’ordine del giorno.
Per esempio, in un recente (dicembre 2023) articolo su The Harvard Gazette si legge che più del 40% degli americani sono in condizione di obesità, e molti hanno già patologie correlate ad essa, come ad esempio diabete tipo 2, patologie cardio-vascolari (soprattutto patologia coronarica e ictus), cancro, ecc.
Gli alimenti ultra-processati, che costituiscono gran parte della dieta americana, sono tra i principali responsabili di questa situazione.
Mi sembra utile definire chiaramente cosa si intende per “alimento ultra-processato”.
Si tratta di cibo che è stato molto lavorato e alterato, spesso industrialmente, e che generalmente contiene 5 o più ingredienti, tra i quali additivi e altri ingredienti che di solito non vengono usati cucinando a casa. Gli alimenti ultra-processati tendono anche a contenere troppi grassi saturi, o troppo sale, o troppo zucchero.
Tipici esempi sono gli insaccati, gli hamburgers, fast food, le zuppe istantanee e altri pasti pronti, i dolciumi preconfezionati, i cereali da colazione, il pane preconfezionato, ecc.
Gli alimenti ultra-processati possono infiammare l’intestino, alterare la regolazione dell’appetito e dei livelli degli ormoni, causare ipertensione.
Inoltre, diete ad alto tenore di cibi ultra-processati appaiono essere connesse ad un introito di troppe calorie, con un conseguente aumento di peso e aumento di massa grassa.
Per contrastare questa tendenza, ritengo consigliabile nutrirsi soprattutto con verdure, frutta fresca e frutta secca, pesce, legumi, cereali integrali, semi.
In questo modo, tutte le altre tipologie di cibo verranno automaticamente assunte più raramente.